Carenze infrastrutturali della rete idrica italiana

Il Gruppo Tubi e Raccordi di PVC Forum Italia ha recentemente pubblicato il quaderno tecnico dal titolo “Carenze infrastrutturali delle rete idrica

La nostra rete idrica e fognaria verte attualmente in uno stato preoccupante a causa dell’obsolescenze degli impianti, di una manutenzione non adeguata e di scarsi investimenti infrastrutturali. Con un netto divario tra Regioni del Nord e del Sud.
Il 60% delle infrastrutture (70% nei centri urbani) è stato posato più di 30 anni fa, il 25% (40% nei centri urbani) supera i 50 anni di età.
Negli ultimi anni gli operatori industriali hanno investito 44 euro per abitante, un buon segnale di per sè se paragonato al passato, ma bel lontano dagli 80 euro per abitante dello standard europeo.
Come diretta conseguenza di questa inefficienza, si calcola che nel 2020 siano andati persi 41 metri cubi d’acqua per chilometro quadrato di rete, oltre il 36% dell’acqua immessa nella rete idrica, con i conseguenti forti impatti sia ambientali che economici.

Dati confermati anche da uno studio effettuato da Althesys su commissione del PVC Forum Italia che li ha paragonati con i tassi di perdita in UK (18%) e in Germania (7%).
Altro dato rilevante dello studio è il PSI (Present State Index) che valuta la densità di rete in relazione al territorio. A livello nazionale, è pari a circa 1,7 Km per Km2 per gli acquedotti e di circa 1 Km per Km2 per fognature, sempre con un disequilibrio tra Nord e Sud.
Gli acquedotti sono principalmente realizzati in materiale ferroso: circa il 60% della rete idrica è in ghisa o acciaio, il 20% in materiale plastico. La presenza ancora significativa di cemento amianto, che per disposizione di legge andrebbe sostituito, lascia un buon margina di crescita a valide ed efficienti alternative come il PVC.
Per quanto riguarda le reti fognarie, i materiali maggiormente utilizzati sono i cementi (74%) che comprendono anche gres e cemento amianto. Le plastiche rappresentano circa il 14% del comparto.

Per la “Garanzia della sicurezza dell’approvvigionamento e gestione sostenibile ed efficiente delle risorse idriche lungo l’intero ciclo..”, il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) ha previsto uno stanziamento di 4,4 miliardi di euro così suddivisi:

  • 600 milioni per la depurazione delle acque reflue da riutilizzare in agricoltura e manifattura;
  • 900 milioni per la riparazione, digitalizzazione (di cui il BIM è elemento essenziale) e il monitoraggio integrato per diminuire le perdite;
  • 2 miliardi per nuove infrastrutture idriche primarie su tutto il territorio nazionale;
  • 900 milioni per il potenziamento e ammodernamento del sistema.

Investimenti sicuramente importanti ma probabilmente ancora non sufficienti a colmare il gap attuale.