Aggiornata la “Convenzione di Basilea” sull’export di rifiuti pericolosi

Aggiornata la “Convenzione di Basilea” sull’export di rifiuti pericolosi

La “Convenzione di Basilea” è il principale trattato internazionale per la regolamentazione del movimento dei rifiuti pericolosi.

Nella riunione che si è tenuta dal 29 aprile al 10 maggio per discutere eventuali aggiornamenti della Convenzione, è stata presentata e discussa la proposta della Norvegia di inserire le plastiche nella categoria dei materiali pericolosi per i quali i paesi che li ricevono devono dare il loro “consenso preliminare informato” sulla loro disponibilità ad accettarli per attività di riciclo.

Il problema nasce dal rifiuto dei paesi del sud est asiatico di ricevere materiali non riciclabili ed in particolare dal rifiuto prima della Cina e poi da altri paesi del sud est asiatico quali Filippine, Indonesia, Vietnam, Malesia, Thailandia, di ricevere ancora materiali per loro non riciclabili.

Un esempio di “rifiuto di ricevere rifiuti” è stato il ri-invio in Canada di 69 containers contenenti 1.500 tonnellate di rifiuti inviati proprio nelle Filippine qualche anno fa proprio dal Canada. Ora anche le altre nazioni dell’area stanno pensando di ritornare al luogo di provenienza i rifiuti pericolosi ricevuti negli anni scorsi.

Nella riunione è stato così deciso che dal 2020 chi vuole esportare in altri paesi gli scarti pericolosi dovrà ricevere dal paese destinatario un assenso preliminare. Al momento non sembrano però esserci particolari sanzioni e non sono previsti particolari monitoraggi.

La plastica riciclata di scarsa qualità sarà quindi sempre più difficile da esportare in paesi che non hanno una metodologia di gestione ecocompatibile. Le associazioni di categoria e gli industriali del settore sollevano preoccupazioni su come questa decisione possa avere un’ influenza anche sul mercato e sul commercio responsabile del riciclo.

Naturalmente questa decisione avrà un grosso impatto sul riciclo spingendo verso un riciclo sempre più vicino alla fonte di produzione dei rifiuti che, solo una volta recuperati sotto forma di polvere o granuli, verrebbero poi spediti in tutto il mondo come accade per la resina vergine.

Con questo aggiornamento la Convenzione di Basilea pone però un nuovo problema, quello della uniformità nella classificazione dei rifiuti; per evitare vantaggi/svantaggi competitivi, sarebbe molto utile che tutte le nazioni, almeno quelle europee, si accordino nell’utilizzare una stessa regola chiara per la classificazione di rifiuti, plastici e non, pericolosi che ricadono sotto la Convenzione di Basilea.