Un “concept” di orto verticale con gronde in PVC

 

       Le pareti verticali “verdi” hanno origini molto antiche, basti pensare ai famosi giardini pensili di Babilonia risalenti al 600 a.C. Altri esempi si ritrovano nella tradizione moresca, nell’antica Grecia e addirittura nell’Egitto di oltre 5.000 anni fa.

Venendo all’era moderna, l’innovatore più famoso è forse il botanico parigino Patrick Blanc che ne ha sviluppato il concetto attraverso l’uso di piastre in PVC e feltri in poliammide e che ha realizzato numerose applicazioni a partire dagli anni ’80 in Francia, in Italia (come ad esempio l’Acquario di Genova nel 2000) e poi in tutto il mondo. Oggi sono impiegati molti nomi per indicare questi elementi di arredo urbano, come ad esempio pareti viventi, biopareti e giardini verticali.

Il concept di seguito descritto e presentato da Roberto Frassine, non ha pretese di essere una novità in senso assoluto ma mostra come, in modo semplice e con manufatti di facile reperibilità, si possano allestire pareti verticali verdi versatili e di notevole impatto estetico.

Il progetto è stato applicato ad una parete esterna di larghezza pari a circa 4 metri con media esposizione all’irraggiamento solare diretto. Sono previsti numerosi alloggiamenti per le piante a distanza di circa 50 cm gli uni dagli altri con un’inclinazione atta a favorire il naturale deflusso dell’acqua, a partire dai livelli più alti in modo tale che l’acqua piovana possa essere utilizzata anche per irrigare quelli più bassi (Figura 1).

 

           Figura 1: progetto di parete verde con elementi di alluminio e PVC

 

I materiali per il telaio sono semplici profili comunemente utilizzati per la realizzazione di stand fieristici preallestiti, costituiti da montanti ottagonali e traverse piatte scanalate per il fissaggio dei pannelli divisori (Figura 2): queste ultime sono particolarmente pratiche in quanto consentono il semplice fissaggio di elementi decorativi o dell’impianto di irrigazione.

 

Figura 2: profili per il telaio.

 

Una volta costruito il telaio, questo è stato fissato al muro con fascette reggitubo simili a quelle utilizzate per le tubazioni di scarico esterne e poi si sono fissate le cicogne alle traverse con la giusta inclinazione (Figura 3).

 

            Figura 3: montaggio del telaio e delle gronde.

 

Le gronde in PVC sono state tagliate a misura, chiuse con i tappi terminali sigillati con adesivo siliconico e riempite con uno strato di argilla espansa avvolta in un tessuto non tessuto di poliestere posto sul fondo e poi con piantine e terriccio fino all’orlo. Il tappo dal lato a valle è stato forato in basso per permettere il deflusso dell’acqua.

Una volta collocate le gronde in posizione, il risultato è quello mostrato in Figura 4. Le piante messe a dimora sono officinali perenni (rosmarino, origano, menta, timo) e floreali sia di tipo perenne (rododendro, erica) che stagionale. Nel livello più basso sono anche state trapiantate piantine di fragola.

Il costo di acquisto dei materiali nuovi per l’intera installazione è di qualche centinaio di Euro. Tuttavia molti degli elementi costruttivi possono essere facilmente reperiti presso fiere e cantieri edili a prezzo inferiore, anche come materiali da recupero.

 

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Figura 4: l’orto verticale in primavera.

 

I canali di gronda rappresentano un’importante applicazione del PVC.

Sono utilizzati in molti Paesi europei (soprattutto in Germania e Inghilterra) come pure negli Stati Uniti e in Giappone. In Italia arrivano attorno agli anni ’70 e sono oggi impiegati sia in edifici civili che industriali. Le diverse forme e colori possibili permettono di adeguarli anche a contesti di particolare rilevanza architettonica, storica e artistica.

Il PVC viene usato sia per la realizzazione di canali di gronda e pluviali, ottenuti attraverso la tecnologia dell’estrusione, che per stampare pezzi speciali (giunti, testate, bocchelli..).

I principali componenti che formano il  sistema gronda in PVC (Figura 5) sono:

  • canale di gronda, elemento orizzontale per la raccolta delle acque meteoriche;
  • giunto di dilatazione, con la funzione di collegare due tratti di canale consentendone la dilatazione termica;
  • angolo, elemento che unisce due canali disposti ad angolo tra loro;
  • bocchettone, dispositivo di raccolta tra canale e pluviale;
  • staffa, supporto per il sostegno del canale, con o senza tirante superiore;
  • testata, chiusura terminale del canale;
  • pluviale, elemento verticale di discesa delle acque.
 
 

Figura 5: principali elementi del canale di gronda in PVC.

 

Le aziende iscritte al PVC Forum Italia eseguono severi controlli qualitativi sia sul prodotto gronda che sull’intero ambiente produttivo per garantire all’utente le eccellenti prestazioni nell’arco dell’intera vita utile del sistema e al tempo stesso per evitare al massimo l’impatto ambientale in fase produttiva.

I requisiti essenziali del sistema gronda in PVC, oltre al suo eccellente rapporto costo/beneficio, possono essere così sintetizzati: impermeabilità, resistenza ai carichi verticali e orizzontali e alla grandine, inattaccabilità da acidi, ruggine e salsedine, indeformabilità all’azione del sale, del freddo e degli sbalzi di temperatura, esclusione di ogni manutenzione, facilità e velocità di montaggio e assoluta riciclabilità del materiale plastico. E come sopra descritto, il loro riutilizzo può essere davvero creativo..

Si ringrazia Roberto Frassine (Politecnico di Milano – Dipartimento CMIC) per l’invio del concept e delle foto a supporto.