Studio sui tassi di rottura dei materiali nelle condotte idriche in USA e Canada

Il Buried Structures Laboratory dell’Utah State University (USU) ha pubblicato un secondo studio aggiornato, dopo quello del 2012, dal titolo “Water Main Break Rates in the USA and Canada” sui tassi di rottura dei tubi per il trasporto di acqua con conseguenti perdite e interruzioni nel servizio erogato in Nord America.
Sotto la guida del Dott. Steven Folkman, lo studio ha effettuato un nuovo sondaggio coinvolgendo oltre 300 utilities che rappresentano circa 200.000 miglia di condotte idriche installate e che servono oltre 52 milioni di persone in USA e Canada. Ottenendo un incremento del 49% nelle risposte avute dagli intervistati e del 45% delle miglia di tubazioni analizzate rispetto alla precedente ricerca del 2012.
Sicuramente questo studio rappresenta una delle più imponenti indagini condotte sui tassi di rottura delle condotte idriche, molto utile per valutare le prestazioni in opera e la durata reale dei materiali costruttivi analizzati: amianto-cemento, ghisa, cemento armato, ferro duttile, PVC, acciaio e altri.
Le condizioni corrosive del suolo rappresentano, nel 75% delle risposte, la principale causa di rottura delle condotte.
Nel complesso i tassi di rottura sono aumentati del 27% negli anni dal 2012 al 2018, con una forte incidenza dei tubi in ghisa e cemento amianto le cui rotture sono cresciute rispettivamente del 46% e del 43%, con una previsione di ulteriore aumento nel prossimo futuro. Pur non essendo più prodotte e vicine alla fine della loro vita utile prevista, queste tipologie di condotte rappresentano attualmente insieme quasi la metà dell’infrastruttura idrica dei 2 Paesi. Risulta dunque necessaria, secondo lo studio, un’importante opera di ammodernamento della rete ma allo stato attuale il tasso medio di sostituzione annuo è solo dello 0,8%.
Secondo il Dott. Folkman, le utilities di USA a Canada avrebbero bisogno di accelerare rapidamente i loro programmi di sostituzione di vecchie tubature in ghisa e cemento amianto con soluzioni più moderne ed efficienti per evitare impatti economici e sociali potenzialmente molto gravi.

Come riportato nel grafico riassuntivo che conclude lo studio, il tubo in PVC registra il più basso tasso di rottura rispetto a tutti i materiali alternativi, esattamente come nella precedente ricerca del 2012. Sicuramente una soluzione molto utile per contrastare la problematica delle rotture.

L’intero studio della Utah State University è scaricabile al seguente LINK.