Anche nei tubi il PVC è un materiale economicamente competitivo

I benefici del PVC in termini di qualità e prestazioni sono già stati da tempo riconosciuti nelle sue molteplici applicazioni e in particolare nell’edilizia che rappresenta il 30% del consumo totale con 197.500 tonnellate trasformate nel 2016.
Al suo interno tubi e raccordi in PVC rigido, con 94.500 tonnellate, coprono il 14,5% del mercato totale, posizionandosi al primo posto in termini di consumi e registrando un leggero incremento rispetto all’anno precedente. Questi dati vengono sostanzialmente confermati dalle prime proiezioni dei consuntivi del 2017.
La competitività ambientale del PVC, considerando l’intero ciclo di vita, non è più messa in discussione. Diversi studi di eco-efficienza e analisi del ciclo di vita (LCA) sulle principali applicazioni del PVC, tra cui uno specifico su tubazioni per acquedotti e fognature promosso dal PVC Forum Italia, hanno dimostrato come sia in termini di GER (richiesta di energia) che di GWP (effetto serra potenziale a 100 anni) il PVC sia almeno equivalente ai materiali alternativi e in molti casi risulti meno impattante sia in termini di consumi totali di energia che di basse emissioni di CO2.
Ma anche parlando di costi d’acquisto e di quelli di utilizzo nel lungo periodo, parametri fondamentali nelle scelte di mercato sempre più oculate anche dal punto di vista economico, il PVC è competitivo rispetto alle alternative.
Ricordiamo infatti lo studio effettuato da Althesys Strategic Consultants, societá professionale indipendente specializzata nella consulenza strategica e nella ricerca,  dal titolo “PVC product competitiveness, a total cost of ownership approach”, che mette in chiara evidenza proprio i benefici nel lungo periodo dati dall’uso del PVC nelle costruzioni anche in termini di “cost effective”.

Specifiche dello studio
La ricerca è stata promossa da ECVM (European Council of Vinyl Manufacturers), l’associazione europea dei produttori di PVC resina divisione di PlasticsEurope. Raggruppa 12 produttori di PVC resina che insieme rappresentano il 100% della produzione nell’Europa dei 27.
Lo studio è basato sui dati reali rilevati in due distinti Paesi europei, Italia e Germania, presi come campione per l’Europa del Sud e del Nord e si è concentrato su 3 applicazioni in edilizia: serramenti, pavimenti e tubazioni.
Per “Total Cost of Ownership”, o TCO, si intende la somma di tutti i costi associati ad uno specifico prodotto durante l’intero ciclo di vita e cioè l’insieme dei costi per: acquisto – installazione – uso – mantenimento – riparazione – sostituzione – smaltimento.

TCO sulle tubazioni
Per quanto riguarda le tubazioni, nell’area test Italia sono state analizzate sia condotte in pressione per acqua potabile con una vita utile di 100 anni che per fognature con una vita utile di 50 anni. Nel primo caso il PVC è stato confrontato con le altre plastiche e coi i materiali ferrosi, nel secondo con le altre plastiche e con i materiali cementizi.
Analizzando i risultati ottenuti, in generale le plastiche presentano costi totali più bassi rispetto ai materiali ferrosi e cementizi. Un vantaggio che non cambia con l’aumentare dei diametri.
Nelle condotte per acqua potabile il PVC registra il migliore TCO, nelle fognature si colloca al secondo posto molto vicino al primo (con un TCO più costoso di solo il 6%).
Inoltre possiamo aggiungere che:

  • il PVC è ben posizionato in termini di costo di installazione (scavo + trattamento + posa) che incide tra il 50 e il 70% sul costo totale della rete lungo tutta la vita in opera;
  • i costi di smontaggio e riparazione coprono circa il 10% del TCO e le tubazioni in PVC garantiscono un basso grado di rottura e una lunga vita utile in opera.

Lo studio di Althesys Strategic Consultants ha quindi mostrato che il PVC impiegato nelle tubazioni, come avviene per serramenti e pavimenti, consente di ottenere un importante risparmio economico che va a sommarsi alle già riconosciute proprietà e caratteristiche tecniche e ambientali.