Bruxelles ha lanciato la Circular Plastics Alliance

La Commissione europea fa squadra con l’industria per migliorare la qualità e l’economicità del riciclo di materie plastiche in Europa attraverso la Circular Plastics Alliance, lanciata a Bruxelles a dicembre 2018. L’idea è quella di far combaciare l’offerta e la domanda di plastiche rigenerate, il cui squilibrio è ritenuto uno dei principali ostacoli per un corretto funzionamento del mercato interno dei materiali riciclati.

Si tratta di un passo avanti verso l’obiettivo contenuto nella Plastics Strategy UE, che punta a trasformare 10 milioni di tonnellate di plastiche riciclate all’anno in nuovi prodotti entro il 2025.
Frans Timmermans, Primo Vicepresidente della Commissione europea, Responsabile per lo Sviluppo Sostenibile ha dichiarato: “Una stretta cooperazione all’interno e attraverso la filiera delle materie plastiche è essenziale se vogliamo arrivare ad una vera economia circolare e garantire che i materiali riciclati si trasformino in nuovi prodotti, invece di finire nelle discariche o negli inceneritori. La Circular Plastics Alliance vuole facilitare questa cooperazione, basandosi sugli impegni volontari assunti dall’industria delle materie plastiche e incoraggiando azioni ancora più ambiziose. L’Europa guida già questo processo e l’Europa sarà anche la prima a coglierne i benefici. Si tratta del modo migliore per mostrare al mondo che l’economia circolare della plastica giova tanto alle imprese quanto all’ambiente”.
Sotto il profilo operativo, la Circular Plastics Alliance è una piattaforma multi-stakeholder di alto livello che riunisce tutti gli attori della filiera, dai produttori e trasformatori di materie palstiche a chi raccoglie i rifiuti o li ricicla, includendo anche gli utilizzatori e i distributori nei settori chiave dell’imballaggio, costruzioni e automotive.
Tre le linee di azione previste dall’accordo:

  • Promuovere azioni e investimenti a breve termine, volontari e coordinati da parte del sistema industriale, con l’obiettivo di migliorare l’economicità e la qualità del riciclo, anche con il supporto pubblico a livello comunitario e nazionale. Si va dalla raccolta differenziata dei rifiuti plastici ad un reporting armonizzato sui volumi di raccolta e riciclo; dagli investimenti in impianti di separazione e rigenerazione delle diverse frazioni plastiche alla messa a punto di standard volontari sull’ecodesign.
  • Individuare e segnalare gli ostacoli che possono frenare gli sforzi delle parti interessate per realizzare pienamente gli impegni e raggiungere i target fissati al 2025. Alcuni limiti sono già stati identificati, per esempio la carenza di infrastrutture, l’insufficiente accesso a finanziamenti e le lacune nella standardizzazione.
  • Monitorare i progressi compiuti verso un crescente riciclo dei rifiuti plastici e un maggiore utilizzo di plastica rigenerata a livello europeo. Il monitoraggio dovrebbe aiutare a identificare le lacune nell’offerta e nella domanda dei diversi materiali rigenerati. Parallelamente saranno incoraggiati nuovi impegni volontari.