Valorizzazione del compound di PVC riciclato di elevata qualità

Il 15 e il 16 giugno scorsi TBM Group, esperto in eventi aziendali, ha organizzato il Global PVC Compounding & Production Cycle Forum, webinar internazionale dedicato al settore del compound di PVC.
Al suo interno l’Ing. Carlo Ciotti, per conto del PVC Forum Italia, ha presentato la relazione dal titolo “Riciclo e sostenibilità: insegnamenti tratti e sviluppi futuri per l’industria del PVC”

La Direttiva Europea sull’economia circolare pone particolare attenzione al riciclo come migliore modalità di gestione dei rifiuti.
Anche il GPP italiano, indicato come esempio positivo nella Risoluzione del Parlamento Europeo sull’Economia Circolare, fornisce specifici criteri sul contenuto di riciclato negli “acquisti verdi”. Per l’edilizia, il contenuto di materiale riciclato o recuperato deve essere almeno del 30% in peso stimato sul totale di tutti i componenti in plastica utilizzati.
Il PVC è un materiale particolarmente adatto al riciclo meccanico, può essere riciclato fino a 6/7 volte senza perdere le sue peculiari caratteristiche e proprietà, garantendo importanti riduzioni nel consumo energetico e nelle emissioni di CO2 nell’ambiente.
I rifiuti in PVC da edilizia e costruzioni possono essere suddivisi in 3 categorie: industriali, da installazione e post-consumo. Gli ultimi sono una vera e propria “miniera” presente nelle costruzioni (dopo decenni di utilizzo) la cui disponibilità dipende dalle attività di demolizione degli edifici. Sono di solito contaminati da altri materiali, in particolare in assenza di regole di “demolizione selettiva” e di “raccolta differenziata”.
Fortunatamente la demolizione selettiva sta diventando uno strumento sempre più consolidato in ottica di raccolta differenziata e riciclo efficace dei materiali. In Francia, ad esempio, a febbraio 2020 è entrata in vigore una legge che definisce i nuovi obblighi per la gestione e il riciclo dei rifiuti provenienti da Costruzione & Demolizione. E anche l’Italia sembra voler andare in questa direzione.

In linea con queste premesse, PVC Forum Italia e VinylPlus dal 2016 hanno avviato un progetto denominato WREP (Waste Recycling Project).
Gli obiettivi del progetto erano quelli di stimare le quantità di PVC disponibili per il riciclo in Italia, definire uno schema pilota di raccolta e riciclo di rifiuti di PVC da edilizia e rifiuti urbani, quantificarne l’aspetto economico e l’impatto ambientale.
WREP è stato inizialmente sviluppato nel territorio di Venezia in collaborazione con la società multiservizi Veritas. In seguito è stato esteso ad Etra che gestisce i rifiuti nelle zone del bacino del fiume Brenta.
Il progetto è stato incluso tra le “Best Practices” sulle piattaforme per l’economia circolare sia europea (ECESP) che italiana (ICESP) e nel Programma Europeo CIRCE2020.
Nel breve periodo di sperimentazione, riproducibile in altre zone d’Italia, sono state raccolte circa 90 tonnellate di PVC rigido. Di queste il 95% è stato avviato a riciclo.
La sperimentazione condotta con ETRA ha inoltre dimostrato che intercettare e riciclare i rifiuti in PVC conviene sia economicamente, che ambientalmente. Il progetto ha evidenziato un bilancio positivo di 5.864 €, con un risparmio del 48% rispetto all’avvio a smaltimento della stessa quantità di rifiuto. Inoltre il riciclo del PVC ha evitato l’emissione in atmosfera di circa 270 ton di CO2.

Dal punto di vista della compoundazione, quanto più un materiale riciclato è privo di contaminanti, tanto più semplice è il suo riutilizzo nella stessa applicazione (circuito chiuso) o in altre applicazioni ad “elevate prestazioni”. E chiaramente aumenta il suo valore di mercato.
I risultati del WREP hanno mostrato che la fase più delicata per il riciclo del PVC post-consumo è quella di separazione da altre plastiche o da differenti materiali contaminanti. Motivo per cui la formazione del personale dedicato alla selezione e “pulizia” del PVC ha rappresentato un aspetto molto importante del progetto.
Già attraverso le varie fasi del trattamento meccanico (macinazione, filtrazione e separazione) si ottiene un buon livello di pulizia del PVC riciclato, arrivando a eliminare circa il 90% delle impurità presenti.
Ma per andare oltre e ottenere un materiale da riciclo di elevata qualità, dopo il trattamento meccanico è utile passare alla fase di compoundazione.
Come noto, infatti, qualsiasi rifiuto proveniente da post consumo (e soprattutto dall’edilizia) può contenere sostanze e materiali inquinanti che se non opportunamente trattati e/o eliminati dal ciclo potrebbero conferire al manufatto finito caratteristiche e prestazioni ridotte. In questo caso saremmo di fronte al cosiddetto “downgrading”, cioè all’utilizzo del riciclato in prodotti a basso livello prestazionale.
Attraverso la fase di compoundazione invece il riciclato post consumo viene migliorato e può con maggior facilità essere utilizzato in produzioni di pari o maggiore qualità rispetto al prodotto da cui proviene, in questo caso siamo in presenza di un “upgrading” del riciclato.
Grazie proprio alla tecnologia di estrusione del PVC, si ha una fusione della massa polimerica e le particelle di altre materie plastiche che non si sciolgono sono bloccate da un apposito filtro posto sulla testa dell’estrusore. Lo stesso filtro serve a trattenere particelle metalliche che eventualmente non siano state eliminate dei precedenti trattamenti meccanici. Si ottiene così un compound di PVC riciclato con specifiche caratteristiche adatte alla nuova vita del materiale.
Per questo molti riciclatori hanno esteso la loro attività aggiungendo alle solite operazioni di selezione, purificazione, deferrizzazione, macinazione o micronizzazione anche la fase di compoundazione. Questo consente di mettere sul mercato un riciclato di maggior qualità ma anche di produrre un compound già predisposto per la tipologia di prodotto di interesse di ogni trasformatore cliente.
La sempre maggiore spinta verso una economia circolare porterà le aziende di trasformazione non solo a ricercare maggiori quantità di PVC post consumo ma anche a migliorarne la qualità prima della produzione del manufatto finale e la compoundazione può dare un significativo aiuto in questa direzione.